Le Sorelline
Nell’ottobre 2020, dopo un pellegrinaggio a Fatima, quattro giovani ragazze in discernimento vocazionale decidono di dare inizio a un’esperienza di vita comune per essere custodite, nel silenzio e nella preghiera, e poter meglio dare ascolto alla voce di Dio. Per avviare questa esperienza chiedono supporto e accompagnamento a Diego Manetti, che già le seguiva nel cammino spirituale.
Chi Siamo
Le Sorelline del Cuore Eucaristico di Gesù sono un gruppo di ragazze e giovani donne che hanno scelto di vivere un’esperienza di vita comunitaria per meglio approfondire la propria fede. In un clima di raccoglimento e di preghiera desiderano poter meglio ascoltare la voce di Dio per comprendere e realizzare la volontà del Signore sulla propria vita. Il cuore di questa esperienza comunitaria di discernimento vocazionale femminile è la Preghiera dinanzi a Gesù Eucaristia, con la missione di diffondere il culto dell’adorazione eucaristica e, attorno ad essa, accompagnare altre ragazze e giovani donne nella scoperta della chiamata di Dio per loro.
“Dall’aprile 2023 l’esperienza delle Sorelline si è costituita come Associazione privata di fedeli denominata “Società del Cuore Eucarisrico di Gesù” (SCEG).
Dove Siamo
Inizialmente accolte presso il convento della parrocchia di Santa Maria degli Angeli presso la frazione di Santa Maria del Tempio (Casale Monferrato), per il secondo anno di vita comunitaria, le Sorelline si sono trasferite presso alcuni locali della Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” in Casale Monferrato (AL) e attualmente vivono la loro esperienza di preghiera e discernimento vocazionale presso la casa di comunità sita in via Casale, 6 a Borgo San Martino (AL).
Al principio del 2023 l’esperienza delle giovani – che ne frattempo sono cresciute di numero, in virtù di alcuni nuovi ingressi di ragazze intenzionate a vivere un’esperienza di discernimento vocazionale – porta alla costituzione dell’associazione denominata “Società del Cuore Eucaristico di Gesù” (SCEG) che ottiene, nell’aprile dello stesso anno, l’approvazione dello Statuto e il riconoscimento giuridico quale Associazione Privata di Fedeli da parte di Mons. Gianni Sacchi, vescovo della diocesi di Casale Monferrato (AL).
Recapiti & Informazioni di Contatto
Il Carisma
Parlare del carisma delle Sorelline del Cuore Eucaristico di Gesù significa fare riferimento ai quattro pilastri che, fin dalle origini, sostengono la loro esperienza comunitaria.
Preghiera
Anzitutto, la preghiera. Dopo la celebrazione eucaristica – cuore della vita quotidiana comunitaria – particolare rilievo viene dato all’adorazione eucaristica, sia personale che comunitaria, sapendo che proprio dinanzi alla Presenza silenziosa di Gesù nel Sacramento del Suo Amore si trovano le condizioni migliori per ascoltare la voce di Dio e intendere la Sua personale chiamata. Oltre alla Liturgia delle Ore – con la preghiera comunitaria delle Lodi, dell’Ufficio delle Letture, dell’Ora Media, dei Vespri e della Compieta – una componente specifica della spiritualità delle Sorelline è la devozione mariana, che si esprime nella preghiera del Santo Rosario all’inizio e alla fine di ogni giornata.
Formazione
La formazione è il terzo pilastro dell’esperienza SCEG: le Sorelline sono infatti invitate a curare con serietà e impegno la propria formazione teologica e spirituale. Oltre a incontri e corsi di aggiornamento, interni ed esterni, rivolti a quante vivono in comunità, viene suggerito lo studio teologico presso la facoltà di Scienze Religiose della Pontificia Università “Santa Croce” in Roma, al fine di conseguire la laurea triennale.
Condivisione
Il secondo pilastro dell’esperienza delle Sorelline del Cuore Eucaristico di Gesù è la condivisione della vita comunitaria. Condotta nel rispetto dei regolamenti interni, la vita comunitaria è occasione preziosa per l’esercizio della carità nei confronti dei fratelli e delle sorelle, a partire anzitutto dalle altre Sorelline della comunità stessa. Il clima di fraternità e di accoglienza che si può respirare in essa è chiamato a essere la prima forma di testimonianza nella carità e di annuncio del Vangelo.
Accoglienza
Infine, il quarto pilastro della comunità è l’accoglienza, rivolta principalmente – ma non solo – a ragazze maggiorenni e/o giovani donne desiderose di vivere un’esperienza di preghiera e di ascolto della Parola di Dio utile al proprio discernimento vocazionale, secondo le diverse forme e modalità in cui questa accoglienza può essere esercitata.
– Lc 24,13-16
Sorelline del Cuore Eucaristico di Gesù
Storia
Accolte nel loro primo anno di vita comunitaria presso l’ex convento cappuccino della Parrocchia “Santa Maria degli Angeli” in Santa Maria del Tempio, frazione di Casale Monferrato (AL), organizzano il proprio percorso di fede e spiritualità attorno a due punti fermi: la preghiera dinanzi a Gesù Eucaristia e l’accoglienza di altre giovani desiderose di scoprire il progetto di vita che Dio ha pensato per loro.
Eucaristia
La centralità dell’Eucaristia nella preghiera delle giovani le porta a scegliere di chiamarsi “Sorelline del Cuore Eucaristico di Gesù”, venendo in breve tempo indicate semplicemente come “Sorelline” da parte di quanti visitano la loro comunità o seguono i loro video di testimonianza e preghiera su YouTube.
SCEG
I Santi Protettori
Le Sorelline del Cuore Eucaristico di Gesù riconoscono come propri santi protettori la beata Chiara “Luce” Badano (1971-1990) e san Giovanni Paolo II (1920-2005).
Le Sorelline si sono sentite “scelte” da questi due santi. Da Chiara Luce, a motivo della giovane età di questa santa, capace di fare del “sempre sì a Gesù” il suo programma di vita, anche nella sofferenza e nella fatica della malattia. Da Giovanni Paolo II, per la predilezione che questi ha sempre riservato ai giovani – esortandoli a “spalancare” con coraggio le porte del cuore a Cristo –, con particolare attenzione per il discernimento vocazionale, invitando a ritornare all’Eucarestia, per fare esperienza di ciò che lui visse in prima persona, ovvero, intrattenersi con Gesù Eucaristico per essere toccati dall’Amore infinito del suo Cuore come San Giovanni, il discepolo amato, chinato sul Suo petto.
Karol Wojtyla
Santo - 264º papa della Chiesa cattolica
Karol Wojtyla, nato nel 1920 a Wadovice, in Polonia, è stato il primo papa slavo. Dopo aver frequentato il seminario clandestino di Cracovia durante la Seconda Guerra Mondiale, viene ordinato sacerdote nel 1946. Arcivescovo di Cracovia dal 1964 e cardinale dal 1967, dopo aver partecipato al Concilio Vaticano II (1962-65), viene eletto Papa il 16 ottobre 1978 e assume il nome di Giovanni Paolo II. In onore della sua consacrazione montfortana “a Gesù per Maria”, sceglie come motto del suo pontificato l’espressione “Totus tuus”. Il suo ministero pastorale è profondamente segnato dall’impegno in difesa della vita e della dignità della persona umana, oltre che in favore della pace e del dialogo interreligioso ed ecumenico, anche attraverso gli oltre cento viaggi apostolici che lo portano in ogni parte del mondo. Al principio di tale impegno vi sono il profondo amore e devozione per Gesù realmente e sostanzialmente presente nell’Eucaristia. Sosteneva infatti che “l’Eucaristia è un tesoro inestimabile: non solo il celebrarla, ma anche il sostare davanti ad essa fuori della Messa consente di attingere alla sorgente stessa della grazia”.
Scrittore prolifico, è autore di encicliche, esortazioni apostoliche, libri, costituzioni e lettere apostoliche. Morto il 2 aprile 2005, viene beatificato da Benedetto XVI il 1° maggio 2011 e canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014, fissandone la memoria liturgica il 22 ottobre.
Chiara Badano
Beata
Figlia di Ruggero e Maria Teresa, Chiara Badano nasce nel 1971 a Sassello (Savona). Incontrata ad appena nove anni l’esperienza dei “Focolarini” di Chiara Lubich, entra a far parte dei “Gen”, approfondendo la conoscenza del Vangelo e l’amore a Gesù. Dopo le scuole medie, si trasferisce a Savona per frequentare il liceo classico. A 16 anni, durante una partita a tennis, avverte acuti dolori a una spalla: sono le prime avvisaglie dell’osteosarcoma che l’ha colpita e che, senza gli esiti attesi, la costringe a dolorosi interventi e lunghe terapie. Finché la medicina deve deporre le armi. Ma Chiara non si arrende: “L’importante è fare la volontà di Dio… è stare al suo gioco…Un altro mondo mi attende… Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si svela…”. Chiara Lubich segue da vicino la giovane durante tutta la malattia e giunge a porle il soprannome di “Luce”. Le ultime sue parole sono per la mamma: “Sii felice, perché io lo sono. Ciao!”.
Chiara “Luce” muore all’alba del 7 ottobre 1990. Beatificata il 25 settembre 2010, la sua memoria liturgica è stata fissata al 29 ottobre, giorno della sua nascita terrena.
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