Gv 2,1-11
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Il contesto del banchetto nuziale viene scelto da Gesù come cornice per manifestare progressivamente la Sua identità, compiendo il primo dei 6 “segni” che in Giovanni preparano quel “segno dei segni” che sarà la Resurrezione: (1) le nozze di Cana in Gv 2; (2) il figlio malato del funzionario del re in Gv 4; (3) il paralitico da 38 anni in Gv 5; (4) la moltiplicazione dei 5 pani e dei 2 pesci in Gv 6; (5) il cieco dalla nascita in Gv 9; (6) Lazzaro resuscitato in Gv 11. Il contesto rimanda alla missione di Gesù stesso che viene quale Sposo desideroso di sancire una nuova ed eterna Alleanza con Israele – profezia del nuovo popolo di Dio che è la Chiesa – quale Sposa che, dopo aver più volte tradito le promesse, viene invitata ad accogliere il “vino nuovo” (cioè il Sangue del Cristo) per essere purificata dal proprio peccato. Questa Alleanza il Signore propone a ciascuno di noi, purché ci fidiamo di Sua Madre che invita i servi – e noi, oggi – a fare quello che Gesù stesso chiede: solo con questo abbandono fiducioso potremo vedere trasformata l’acqua insapore della nostra vita in vino nuovo, con cui celebrare le nozze (eterne) con Cristo, primo Sposo di ogni anima.