Insegna sant’Alfonso Maria de Liguori, che Dio, per il “troppo amore” che ci portava, mandò il Suo Figlio Unigenito a espiare per noi, “per ridarci quella vita che il peccato ci aveva tolto: Per il troppo amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, Dio ci ha fatti rivivere in Cristo” (Ef 2, 4-5).

Dio per l’Amore che nutre verso di noi, ci ha offerto tutto sé stesso, dandoci il suo medesimo e unico Figlio, e il Figlio, per amore nostro, si è dato tutto a noi (Ef 5,2). Per redimerci dalla morte eterna e donarci nuovamente la grazia divina che a causa del peccato era stata perduta, Egli si fece uomo, assumendo la nostra misera condizione umana, svuotando sé stesso e assumendo una condizione di servo. Donandoci il Figlio, Dio Padre ci ha perdonati mediante Lui, e con Lui ci ha donato ogni bene, in quanto tutti gli altri beni minori, li abbiamo potuti acquistare attraverso il dono del Suo Figlio Unigenito.

Il Signore del mondo e dell’Universo che tutto può, scelse di redimerci nel modo più doloroso: attraverso la sofferenza e versando per noi il Suo Preziosissimo Sangue. Egli – ricorda sant’Alfonso – condusse una vita afflitta e disprezzata, e una morte amara e ignominiosa, fino a morire sopra una croce, dove versò fino all’ultima goccia di sangue per la nostra salvezza. Per Amore Egli ha dato la vita per noi, soffrendo atrocemente, accettando ogni dolore e disprezzo, fino alla morte più crudele che si possa subire.

Di fronte a tanto amore, come può l’uomo rimanere insensibile e non lasciarsi toccare dalla grazia di Dio? Diceva san Paolo che “L’Amore di Cristo ci spinge”. Il Suo Amore nei nostri confronti deve spingerci a ricambiarlo, dovremmo lasciarci ferire dalle fiamme che ardono nel Cuore del Redentore e unirci a Lui, offrendogli i nostri cuori e le nostre vite.
Scriveva san Giovanni d’Avila: “Ora, come ti ripagherò, Gesù mio, per questo tuo amore? È giusto ricambiare il sangue con il sangue. Che io sia tinto di questo sangue e inchiodato su questa croce”.

Attraverso Gesù Crocifisso, noi possiamo apprendere la scienza dei santi, che è la scienza di amare Dio. Osservando e meditando la Croce santa, trono d’amore del nostro Redentore, il cuore si infiamma d’amore e di riconoscenza, e si incammina sulla via per giungere al perfetto Amore di Gesù Cristo.

Per giungervi è necessario utilizzare determinati mezzi, i quali, insegna san Tommaso D’Aquino, consistono nell’avere memoria continua dei benefici divini; meditare l’infinità bontà di Dio; evitare diligentemente ogni cosa che possa offendere Dio; rinunciare a tutti i beni effimeri di questa terra.

Ma soprattutto è necessario meditare sulla Passione di Dio, devozione che maggiormente avvicina a Dio e santifica l’anima. Infatti, domanda sant’Alfonso Maria de Liguori, da dove la nostra anima riceve tanti beni, se non dalla Passione di Cristo? E ancora, “Da dove abbiamo noi la speranza del perdono, la fortezza contro le tentazioni, la fiducia di andare in Paradiso? Da dove i tanti lumi di verità, tante chiamate amorose, tante spinte a cambiare vita, tanti desideri di darci a Dio, se non dalla Passione di Gesù Cristo?”.

Questo mese ci aiuti a riscoprire l’Amore di Dio per noi e la devozione alle cinque Piaghe di Gesù, pregandoLo di lavarci con il Suo Preziosissimo Sangue, guarendo ogni nostra ferita.