Siamo ormai alle porte della Settimana Santa e per prepararci a vivere bene questo tempo di grazia vogliamo proporre una figura di santità a noi molto cara e legata alla Passione di Gesù. L’11 aprile del 1903, poco dopo le due del pomeriggio nella città di Lucca, muore santa Gemma Galgani.
Diventata presto orfana di mamma, la vita di Gemma sarà segnata dal dolore e dalla sofferenza dovuta anche alla malattia mortale dalla quale si riprende grazie all’intercessione di santa Margherita Maria Alacoque e di san Gabriele dell’Addolorata che tanto la accompagnerà nelle sue battaglie quotidiane contro il demonio.
Nel cuore Gemma custodisce il desiderio di consacrarsi completamente al suo Gesù al quale anela al punto di desiderare di sciogliersi dal corpo e volare al Cielo se Dio le avesse dato la possibilità di scegliere.
Anima prediletta del Signore, santa Gemma fu scelta per contemplare e vivere la Passione di Gesù, il quale le fece dono di conoscere il dolore per il peccato per la cui riparazione ed espiazione la “povera Gemma” – come soleva chiamarsi lei – offrì tutta la sua giovane esistenza.
L’8 giugno del 1899 dopo la comunione, Gesù le predisse che quella sera stessa le avrebbe concesso una grande grazia.
Così racconta la stessa Gemma: “Eravamo alla sera: tutto ad un tratto, più presto del solito mi sento un intenso dolore dei miei peccati; ma lo provai così forte, che non l’ho più sentito; quel dolore mi ridusse quasi direi lì lì per morire. Dopo di questo mi sento raccogliere tutte le potenze dell’anima: l’intelletto non conosceva che i miei peccati e l’offesa di Dio; la memoria tutti me li ricordava, e mi faceva vedere tutti i tormenti che Gesù aveva patito per salvarmi; la volontà me li faceva detestare e promettere di voler tutto soffrire per espiarli. Un mucchio di pensieri si volsero tutti alla mente: erano pensieri di dolore, di amore, di timore, di speranza e di conforto.
Al raccoglimento interno successe ben presto il rapimento dei sensi, ed io mi trovai dinanzi alla Mamma mia celeste, che aveva alla sua destra l’Angelo mio Custode, che per primo mi comandò di recitare l’atto di contrizione. Dopo che l’ebbi terminato, la Mamma mi rivolse queste parole: “Figlia, in nome di Gesù ti siano rimessi tutti i peccati”. Poi soggiunse: “Gesù mio Figlio ti ama tanto e vuol farti una grazia; saprai tu rendertene degna?” La mia miseria non sapeva che cosarispondere. Soggiunse ancora: “lo ti sarò Madre, ti mostrerai tu mia vera figlia?” Aperse il manto e con esso mi ricoprì.
In quell’istante comparve Gesù, che aveva tutte le ferite aperte, ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come fiamme di fuoco che in un momento solo quelle fiamme vennero a toccare le mie mani e i miei piedi e il cuore. Mi sentii morire, sarei caduta in terra, ma la Mamma mi sorresse, ricoperta sempre col suo manto. Per parecchie ore mi convenne rimanere in quella posizione.
Dopo, la Mamma mia mi bacio nella fronte, e tutto disparve e mi trovai in ginocchio in terra, ma mi sentivo ancora un dolore forte alle mani, ai piedi e al cuore. Mi alzai per mettermi sul letto, e mi accorsi che da quelle parti, dove mi sentiva, usciva del sangue.
Mi coprii alla meglio quelle parti, e, poi, aiutata dall’Angelo mio, potei montare sul letto. Quei dolori, quelle pene, anziché affliggermi, mi recavano una pace perfetta. La mattina a stento potei andare a fare la Comunione, e mi misi un paio di guanti, tanto per nascondermi le mani. Non potevo reggermi in piedi; ad ogni momento credevo di morire. Quei dolori mi durarono fino alle ore 3 del pomeriggio di Venerdì, festa solenne del S. Cuore di Gesù” (Autobiografia 261-262).
Da allora in poi, ogni settimana, dal giovedì sera intorno alle 20 fino al venerdì dopo alle ore 15 si ripresentava lo stesso fenomeno.
Santa Gemma riceve anche il dono di vivere la sudorazione di sangue e i dolori della flagellazione, oltre alla coronazione di spine che Gesù stesso le pone sul capo, offrendo tutto con amore per la conversione dei peccatori.
Il suo amore per Gesù Eucaristico – che è il centro della sua vita quotidiana – le fa provare quello che nella teologia spirituale viene chiamato incendium amoris (incendio di amore), un fuoco spirituale che arde per Dio, che consuma e trasforma.
Penetrando profondamente nel mistero dell’Eucaristia, santa Gemma comprende la Passione, morte e Risurrezione, offrendosi come vittima in olocausto e facendosi ardente imitatrice di Cristo per il quale desidera solamente vivere e soffrire unita a Lui, l’unico suo Sposo.
Che santa Gemma ci sia da guida ed esempio in questo ultimo tempo di Quaresima che ci rimane prima di rivivere la Passione, morte e Risurrezione di Gesù, aiutandoci a crescere nell’amore profondo verso il nostro Salvatore.