Se il Figlio della Santa Vergine è Dio – scrive Papa Pio XI nell’Enciclica Lux Veritatis – Colei che l’ha Generato merita di essere chiamata Madre di Dio; se la Persona di Gesù Cristo è Una e Divina, tutti, senza dubbio, devono chiamare Maria Madre di Dio e non solamente di Cristo Uomo. Maria, infatti, “ha acquistato la Maternità Divina per aver Generato l’Unica Persona del Figlio Suo”.
Come scrive san Tommaso d’Aquino: «La Beata Vergine, per il fatto che è Madre di Dio, ha una dignità in certo qual modo infinita, per l’infinito bene che è Dio».
Più diffusamente espone Cornelio a Lapide con queste parole: «La Beata Vergine è Madre di Dio; Ella dunque è di gran lunga più eccelsa di tutti gli Angeli, anche dei Serafini e dei Cherubini. È Madre di Dio; Ella, perciò, è la più pura e la più santa, così che dopo Dio non si può immaginare una purezza maggiore. È Madre di Dio; perciò qualsiasi privilegio concesso a qualunque Santo, nell’ordine della grazia santificante, Ella lo ha al di sopra di tutti».
Avendo dato alla luce il Redentore del genere umano, Maria Santissima divenne in certo modo Madre benignissima anche di noi tutti, che Cristo Signore volle avere per fratelli (cfr. LV).
Scrive infatti papa Leone XIII: «Tale ce la diede Iddio: nell’atto stesso in cui la elesse a Madre del suo Unigenito, le ispirò sentimenti del tutto materni, che nient’altro effondessero se non misericordia ed amore; tale da parte sua ce l’additò Gesù Cristo, quando volle spontaneamente sottomettersi a Maria e prestarle obbedienza come un figlio alla madre; tale Egli dalla croce la dichiarò allorché, nel discepolo Giovanni, le affidò la custodia e il patrocinio su tutto il genere umano; tale infine si dimostrò Ella stessa, quando, raccolta con animo grande quella eredità d’un immenso travaglio lasciatale dal Figlio moribondo, si diede subito a compiere ogni ufficio di madre».
Lasciamoci attrarre da Lei “come da un impulso irresistibile, a Lei confidiamo con filiale abbandono ogni cosa nostra” e, “quando nel supremo pericolo della morte, non troviamo più da nessuna parte speranza ed aiuto, a Lei innalziamo gli occhi lacrimosi e le mani tremanti, chiedendo fervidamente, per mezzo di Lei al Figlio suo, il perdono e l’eterna felicità nei cieli” (LV).