Nella giornata di domenica, solennità del Sacratissimo Corpo e Sangue di Gesù, abbiamo celebrato questa importante festa cominciando la giornata con la preghiera mattutina nella cappella della nostra comunità.
Nella seconda lettura dell’Ufficio, tratta dalle «Opere» di san Tommaso d’Aquino, leggiamo che: “L’Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, dèi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo Corpo come vittima sull’altare della Croce per la nostra riconciliazione. Sparse il Suo Sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino”.
L’Eucaristia è un dono inestimabile, come scrive ancora san Tommaso:
“Nessuno […] può esprimere la soavità di questo Sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua Passione”.
Dopo la preghiera del mattino, siamo partiti per il Santuario della Madonna del Frassino – che si trova a Peschiera del Garda – dove, alle ore 11.30, abbiamo partecipato alla santa Messa. Dinanzi alla chiesa, dopo il tempo del silenzio, abbiamo potuto vivere un momento di condivisione sul nostro cammino – personale e comunitario – in occasione del rinnovo delle promesse, avvenuto lo scorso 18 maggio al termine di una settimana di ritiro con Mons. Giovanni D’Ercole.
Alle 15.30 ci siamo recati presso una struttura del centro di Peschiera del Garda, gestita dalla la Comunità “GISEV – Gesù il Signore è vivo”, per la catechesi tenuta da Diego Manetti sul tema “Il dono della Divina Misericordia – In verità, ti dico: oggi sarai con me in Paradiso (Lc 23,43)”.
Diego ci ha ricordato – riprendendo alcuni testi del Vangelo – l’importanza di essere sempre pronti, come le vergini sagge, con le lampade accese. Gesù infatti è la via, la verità e la vita, che ci indica quanto sia necessario farsi piccoli per entrare nel Regno dei Cieli. Egli stesso si è fatto più piccolo, perché ha saputo spogliare sé stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, facendosi obbediente fino alla morte di croce (cfr. Fil 2, 7-8). Non dobbiamo dimenticare che entrare nel Regno dei Cieli è questione di carità, cioè di amore (cfr. Mt 25,31-46). Dobbiamo allora domandarci se per noi Dio è un Padre buono che ci ama al punto da farci sentire sicuri nel “rischiare” i nostri talenti, oppure è un padrone che temiamo, per paura del quale non investiamo i doni ricevuti. Leggendo la parabola degli operai dell’ultima ora (Mt 20, 1-16) comprendiamo come il Padre è buono, ma non ingiusto: infatti, a coloro che hanno lavorato di meno nella vigna del Signore, è però chiesto un maggiore atto di fede, poiché neppure gli viene assicurato che, al termine della giornata, verranno pagati; a differenza degli operai assunti alle prime luci dell’alba, ai quali è stato chiaramente promesso un denaro. Questo significa che non dovremmo mai giudicare il cuore dell’uomo né tantomeno presumere di sapere chi si salverà e chi no, ben sapendo che laddove ci sono (apparenti) fatiche minori, potrebbe esserci una richiesta di fede maggiore, tale da far meritare, aldilà delle umane aspettative, il Premio.
Ricordiamo ancora come, nel momento della morte, l’ultima parola di Gesù rivolta a un uomo sia l’insegnamento sull’essenza del Paradiso che è essere in comunione con Lui. Infatti il buon ladrone (cfr. Lc 23, 39-43) esorta il Signore a ricordarsi di lui quando sarà entrato nel Suo regno, ma non Gli chiede di scendere dalla croce, perché in croce accanto a lui c’è anche lo stesso Gesù. Così è anche per noi, dinanzi alle prove della vita e alle croci di ogni giorno: invece di maledire la nostra croce quotidiana, permessa da Dio, dovremmo benedirla, sapendo che il Padre ha scelto quella croce perché potesse diventare per me, per te e per ciascuno un trampolino per la salvezza…
Nel giorno in cui si celebra il Sacratissimo Corpo e Sangue di Gesù, pertanto, è stato un dono, per noi Sorelline, ascoltare e ricordare quanto sia grande la misericordia di Dio nei nostri confronti, proprio a cominciare dall’immenso dono dell’Eucaristia.
Come scrive nel suo Diario santa Faustina Kowalska (1905-1938), Gesù dice che sulla terra ha istituito un trono di Misericordia, e questo trono è il Tabernacolo dal quale desidera scendere nel cuore di ciascuno di noi.
Facciamo tesoro di questi insegnamenti e non abituiamoci mai alla presenza reale di Gesù in mezzo a noi!